22 Giu ’20 – Abbiamo lanciato la richiesta, a più di 40 realtà , di sottoscrivere la “Lettera Aperta” che trasmetteremo al Presidente e all’Assessore al Welfare della Regione Lombardia per chiedere la tempestiva revisione della DGR della Regione Lombardia 3226/2020 perché:
- ritarda ancora pesantemente la possibilità per anziani e disabili di essere accolti nelle strutture;
- impedisce ai famigliari di incontrare i loro cari già ospiti nelle strutture;
- mantiene in condizioni di confinamento persone -specialmente i giovani!- ospiti di strutture;
- impone alle strutture obblighi difficilmente realizzabili nella pratica.
Chiediamo a tutti di estendere l’invito di sottoscrivere la “Lettera Aperta”
a Sindaci, Autorità Religiose, Società Scientifiche, Rappresentanze dei Datori e dei Lavoratori, Associazioni dei Malati e dei Cittadini
e di darne segnalazione a insieme@connetteresalute.it.
Scarica il PDF della "Lettera Aperta"
Nella “Lettera Aperta” chiediamo di introdurre in modo chiaro, semplice e inequivocabile i seguenti aspetti:
- ammettere la persona a seguito del solo riscontro di due tamponi negativi;
- consentire da subito le visite dei familiari e l’uscita degli ospiti giovani dalle strutture residenziali, a condizione che la struttura metta in atto le misure preventive indicate dall’ISS;
- garantire il sostegno economico a ciascuna struttura residenziale e semiresidenziale per anziani e disabili, in modo che nessuna si trovi nella condizione di dichiarare fallimento, con conseguente svendita al mercato privato, a causa delle minori entrate e dei maggiori oneri dovuti.
Condivido pienamente, è impossibile continuare così! Non sono morti di Covid, li fanno morire di solitudine e tristezza!
Buonasera, stiamo vivendo una situazione disumana, capisco la gravità della situazione soprattutto in soggetti considerati a rischio ma la situazione RSA… DSA e quant’altro sta veramente creando problemi anche a livello psicologico ai nostri cari. Mi piacerebbe chiedere a chi impedisce anche un contatto con le dovute precauzioni se avesse una persona malata, perché di questo si parla, altrimenti non sarebbero nelle strutture cosa farebbe se non la vedesse per ben 4 lunghi mesi… anzi, forse di più dato che non si sa neppure quando potremo vederli, per gli allettati la situazione è ancora critica, non si possono muovere, per cui i distanziamenti attraverso un vetro non si possono effettuare ..e chi come mio padre da allettato è cosciente? Parliamo anche di questo… aspettiamo di vederli quando saranno terminali… mi sembra di combattere contro i mulini a vento… Spero sia il caso di iniziare a dare una possibilità anche piano piano ma bisogna farlo altrimenti moriranno di crepacuore…. e noi, colpevoli di non aver fatto il possibile….
Dopo che la presidenza del consiglio ha concesso con la fine del lockdown la transumanza di milioni di cittadini da una regione all’altra,innescando la palpabile possibilità di sviluppare nuovi focolai,mi chiedo come sia possibile mentalmente perseguire la metodica scellerata di impedire l’avvicinamento dei famigliari presso i propri cari (genitori,nonni….) ospiti nelle innumerevoli RSA del paese. Rispettando criteri e normative con misure meno restrittive, si deve nella maniera più assoluta ripristinare le comunicazioni tra parenti e i propri cari, perchè la presenza di un viso parentale aiuterebbe senza ombra di dubbio a superare lo stato confusionale e perso della propria madre o padre o fratello o sorella relegati da mesi in un habitat di per sè ostile da un punto di vista affettivo.Dalla fase1 dell’emergenza Covid ad ora più di 3000 anziani sono deceduti nelle case di riposo……vogliamo che un altrettanto numero si aggiunga per contagio da depressione, solitudine e apatia ? Robe da matti !! E’indispensabile che il famigerato DGR venga tempestivamente revisionato e probabilmente se il presidente della regione Lombarda Fontana e l’assessore al Welfare Gallera avessero nelle Rsa la propria madre o il proprio padre la soluzione al problema ,diventerebbe più che mai sbrigativa…… o sbaglio!!!
Sottoscrivo la “Lettera aperta” in favore del ripristino delle visite agli ospiti delle CASE DI RIPOSO da parte dei familiari, parenti o affini quale diritto prioritario per la salute psico – fisica della persona ricoverata.